Restauro e rifunzionalizzazione dell’ex Convento di S. Francesco a Teggiano (Sa)
Il complesso dell’ex Convento di S. Francesco costituisce una delle più importanti testimonianze monumentali dell’ordine minoritico presenti nel Vallo di Diano. L’edificio del Convento, oggi sede municipale della città, si presenta come un corpo di fabbrica nettamente separato, per immagine e funzione, dall’adiacente chiesa di S. Francesco, alla quale era in origine connesso. Le origini del complesso monumentale risalgono ai primi anni del XIV secolo come testimoniato dal portale d’ingresso della chiesa.
Il progetto di restauro ha trovato la propria ragione nella necessità di ripensare la fisionomia architettonica dell’edificio municipale, anche e soprattutto alla luce della particolare collocazione urbana che lo vede compreso in un ambito di particolare pregio storico architettonico, tra la Piazza di S. Cono e il castello. L’intento è stato quello di ristabilire l’equilibrio compositivo che l’antica fabbrica conventuale di S. Francesco aveva perduto a seguito degli interventi di ristrutturazione eseguiti nel corso dei secoli. In particolare, si è puntato ad un ridisegno delle facciate della chiesa e del convento al fine di ristabilire l’unità formale che caratterizzava in origine il monumento: attraverso l’ausilio della documentazione storicofotografica rinvenuta è stato, infatti, possibile rintracciare gran parte dei segni e dei registri architettonici settecenteschi che caratterizzavano il fronte principale dell’antico complesso conventuale fino alla metà del XX sec.
La strategia progettuale adottata ha escluso il rischio di incorrere nella fattispecie del falso storico o di ipotetiche neo riconfigurazioni, sia perché basata su una attenta analisi delle fonti documentarie, sia perché incentrata sul criterio della riconoscibilità dell’intervento. In particolare, analizzando criticamente la quantità di frammenti, di segni e di informazioni storico-architettoniche presenti sul complesso monumentale, si è ritenuto opportuno eliminare il massiccio rifacimento in stile degli anni sessanta, che ha conferito alla facciata della Chiesa un vago aspetto neo medievale, e al prospetto del Municipio un’immagine che cancella ogni legame con la preesistente fabbrica conventuale, a favore di un aspetto burocratico-monumentale.
Il progetto ha inteso riportare il fronte principale alla sua lunghezza originaria ricostruendo il volume dell’edificio nella parte che accoglieva la scala e di ripristinare l’impianto compositivo che vedeva la facciata organizzata secondo tre ordini sovrapposti. Lungo il lato dell’edificio che prospetta verso il castello, l’attuale configurazione frammentaria, frutto di successive trasformazioni dell’edificio, è stata ripensata attraverso la definizione di un volume unitario più semplice e regolare. A tal fine, in corrispondenza dello spigolo ad est, si è scelto di demolire e ricostruire il volume trapezoidale dove sono situate le scale che attualmente conducono dal primo al secondo piano, in modo da ricomporre in un volume più organico il profilo “segmentato” che caratterizzava questa porzione dell’edificio. All’interno del chiostro, l’intervento, analogamente a quanto previsto sul fronte principale, ha mirato a restituire una fisionomia più rispettosa della logica compositiva che doveva caratterizzare l’identità architettonica dell’edificio conventuale. A tal fine è stato proposto il restauro di tutti quegli elementi decorativi che si erano persi nel tempo - intonaci, cornici, davanzali in pietra, paraste, cornici marcapiano, fasce in coppi “a romanella” - allo scopo di ricomporre l’immagine unitaria del chiostro e di restituire al municipio, in coerenza con l’intervento condotto sulla facciata principale, quella semplice dignità che caratterizzava la fabbrica conventuale prima degli interventi trasformativi condotti nell’ultimo secolo.
Per quel che concerne gli aspetti relativi alla funzionalità, l’intervento progettuale ha previsto, innanzitutto, la razionalizzazione del sistema degli accessi e delle percorrenze interne, allo scopo di restituire al chiostro il ruolo di elemento fondamentale per il riequilibrio distributivo e architettonico dell’edificio. In particolare, il ripristino dell’ingresso e il posizionamento della scala nella loro posizione originaria hanno l’obiettivo di restituire al chiostro il suo ruolo di elemento distributivo e di filtro, luogo di mediazione tra lo spazio pubblico e quello dell’edificio in grado di qualificare, spazialmente e funzionalmente, il percorso che i cittadini dovranno seguire per accedere ai servizi municipali; di realizzare in definitiva oltre che un efficace distribuzione degli accessi, una organizzazione complessiva dell’edificio più adeguata alla funzione istituzionale che l’edificio accoglie. In tal senso per il progetto, assume particolare rilievo la valorizzazione di quegli elementi di pregio architettonico ancora presenti all’interno del chiostro (i brani di pavimentazione, gli elementi lapidei, il pozzo, etc.) e la sua possibile utilizzazione come spazio espositivo.
In relazione all’esigenza di adeguare l’edificio ai requisiti che un municipio moderno deve necessariamente soddisfare, il progetto ha posto particolare attenzione alla realizzazione di un nuovo sistema di collegamenti verticali (scale ed ascensore) che garantisse la possibilità di un accesso adeguato - anche per i diversamente abili - agli uffici e ai servizi posizionati ai piani superiori. La nuova distribuzione funzionale dell’edificio prevede la localizzazione al piano terreno degli uffici maggiormente utilizzati dal pubblico: ufficio anagrafe, stato civile, ufficio informazioni; inoltre si è programmato di istituire uno sportello unico per le imprese e l’edilizia in modo da garantire maggiore efficienza al servizio offerto alla comunità. La distribuzione degli ambienti interni ai piani superiori è stata riprogettata rendendo più fluidi e continui i collegamenti orizzontali e definendo una più adeguata configurazione degli ambienti di lavoro attraverso il loro ridimensionamento ed un attento progetto degli arredi e dell’illuminazione.