Progetto primo classificato Bando per Ponte degli Inglesi ad Auletta (Sa)
L’area di interesse è ubicata nella zona immediatamente a valle del Comune di Auletta sulle sponde del fiume Tanagro, in corrispondenza della strada Statale 19 (sponda sinistra) e della strada Statale 94 (sponda destra).
Il Tanagro è un importante fiume lungo 92 km, principale affluente di sinistra del fiume Sele, che scorre nella regione Campania per la gran parte del suo corso nell'area contigua del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
L’intervento di progetto si pone in prossimità del fiume Tanagro che è inquadrato nel Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino Idrografico del Fiume Sele, nel tratto strettamente interessato dall'intervento il fiume Tanagro è soggetto alle norme di tutela stabilite dalla Riserva Naturale “Foce Sele-Tanagro” (legge quadro n.394) e sottoposte alla classificazione dei Siti di interesse Comunitari SIC- IT8050049.
Il ponte pedonale oggetto di intervento è caratterizzato da una struttura realizzata in conglomerato cementizio semplice sorretta da travi in ferro che poggiano su sei grossi piloni (comprese le sponde) di calcestruzzo e pietrame; esso è denominato “degli inglesi” perché costruito dagli Alleati durante la seconda guerra mondiale. La larghezza del piano stradale è di circa 2,20 m, ed è situato ad un’altezza di circa 4,5/5 m dal letto fluviale; tale attraversamento funge da connessione diretta tra le due strade SS 19 e SS 94. Numerose sono le problematiche emerse in relazione alle difficoltà di percorrenza dell’attraversamento e, considerando la peculiare conformazione del ponte, molteplici sono le criticità connesse ai rischi di esondazione del fiume poiché, durante le fasi di piena, grandi quantità di detriti ed altro materiale portato dal fiume rendono difficile il passaggio dell'acqua tra le grosse pile che sorreggono il ponte. Inoltre la costante attività di erosione generata dallo scorrimento delle acque torrentizie sulle strutture ha provocato numerosi dissesti e fenomeni di ossidazione degli elementi metallici e carbonatazione delle superfici in conglomerato cementizio. Le potenzialità legate alla fruizione turistica-ambientale non sono valorizzate in tale area poiché tale struttura non garantisce i livelli minimi di sicurezza idraulica relativi al deflusso delle acque, costituendo un vero e proprio ostacolo posto nell’alveo; inoltre anche l’attraversamento pedonale risulta insicuro a causa delle azioni di degrado che insistono sulle strutture in elevato.
L’approccio metodologico, posto alla base della proposta progettuale, si basa sulla consapevolezza che lo studio del contesto paesaggistico è preliminare ad ogni tipo di intervento, favorendone la conoscenza e rafforzandone i processi di tutela delle aree oggetto d’intervento. Le scelte di progetto e le procedure di intervento sono indirizzate a confermare, per quanto possibile dopo un’attenta valutazione tecnico-strumentale, i criteri che, a nostro parere, costituiscono validi strumenti di metodo nelle attività di conservazione degli habitat naturali:
• il “minimo intervento”, ossia la previsione di interventi strettamente necessari finalizzati a ridurre l’incidenza delle azioni di degrado del paesaggio;
• la compatibilità tecnologica tra il delicato contesto ambientale ed i materiali di nuovo apporto.
L'area di intervento è soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 142 del Dlgs 42/2004. Il paesaggio dunque è inteso nel complesso come patrimonio culturale che unisce, senza soluzione di continuità, i beni storici, monumentali e le caratteristiche naturali del territorio. L’identità e la riconoscibilità paesaggistica rappresentano, quindi, elementi fondamentali della qualità dei luoghi e sono direttamente correlate alla formazione e al miglioramento della qualità della vita delle popolazioni. Lo studio sarà predisposto secondo le disposizioni del D.P.C.M. 12/12/2005 che definisce le finalità, i criteri di redazione e i contenuti della relazione paesaggistica; quest’ultima correda, congiuntamente al progetto e alle relative relazioni tecnico-specialistiche, l’istanza di autorizzazione paesaggistica ai sensi degli articoli 146 (comma 2) e 159 (comma 1) del D.Lgs. 22 Gennaio 2004, n. 42 - «Codice dei beni culturali e del paesaggio». In conformità agli art. 146 (commi 4 e 5 del Codice) e all’allegato al D.P.C.M. 12/12/2005, la proposta progettuale sarà corredata da uno studio sulle componenti paesaggistiche finalizzato ad illustrare le caratteristiche progettuali in ragione dei valori paesaggistici espressi dal luogo di intervento e ad indicare, in particolare, le scelte architettoniche e formali adottate.
Pertanto il progetto si propone di riqualificare l’intera area in cui è inserito il ponte, con l’obiettivo di realizzare un luogo di accoglienza e di fruizione del “sistema fiume”, caratterizzandosi come parco fluviale. A tal proposito la proposta progettuale si articola anche attraverso un opportuno studio idrologico-idraulico finalizzato a verificare l’effettiva fattibilità di un parco fluviale attrezzato con area di sosta e accoglienza. La riqualificazione del sistema di attraversamento del fiume pone le basi per una rifunzionalizzazione generale dell’area, in particolare l’azione progettuale è orientata ad una rigenerazione dei luoghi attraverso la sistemazione delle aree collocate in prossimità delle sponde e limitrofe alle strade statali di accesso, mediante la creazione di un’area ricettiva contenente informazioni sulle tematiche ambientali (floro-faunistiche, percorsi e sentieri naturalistici, etc.) e sulle attività turistico-sportive fluviali dell’intero comprensorio (Auletta-Pertosa). In tale contesto il ponte rappresenta una rinnovata cerniera di scambio delle numerose opportunità legate alla fruizione turistico-ambientale, ed è esso stesso elemento di riqualificazione del paesaggio. L’idea progettuale nasce dall’esigenza di dar luogo ad una riorganizzazione generale delle sponde fluviali limitrofe al ponte con la predisposizione di un punto di approdo naturalistico al servizio delle attività sportive fluviali quali rafting, canoa ed escursioni; in particolare il progetto prevede la realizzazione di una rampa che dalla quota del percorso posto in corrispondenza del margine destro del ponte, conduce ad una piattaforma lignea situata al livello del fiume.
La scelta di intervenire attraverso la demolizione radicale delle pile del ponte esistente è motivata:
– dall’esigenza di garantire il libero deflusso delle acque fluviali che durante le fasi di piena, in concomitanza di periodi piovosi, costituisce una costante minaccia alle aree limitrofe e ai residenti, con il rischio di esondazioni causati proprio dall’intasamento di depositi fluviali tra i piloni del ponte;
– dalla necessità dell’adeguamento sismico delle strutture che richiede interventi di consolidamento statico abbastanza invasivi ed onerosi, legati sia alla vetustà dell’opera che alla natura dei luoghi, ovvero alla necessità di eseguire rinforzi su fusti e fondazioni di pile poste in alveo.
Al fine di ridurre l'impatto visivo del ponte si propone una soluzione strutturale che non comporti l'impiego di strutture in elevazione all’interno dell’alveo: lo schema strutturale della nuova passerella ciclo-pedonale è costituito da un sistema ad un’unica campata caratterizzato da un arco ribassato tirantato (bow-string) in acciaio. Tale soluzione permette di avere una visuale sul paesaggio completamente libera lungo il tratto di attraversamento. L'elemento metallico, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto della struttura nell’ambiente, introduce un nuovo elemento nel paesaggio ma risponde ai mutati requisiti di portata idraulica (una sola campata e assenza di strutture nell'alveo), alle prestazioni sismiche richieste dalla normativa vigente, e nel complesso ai requisiti di incolumità per i cittadini.




